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16/01/13

Rubik-Storm in a glass of water. La pioggia come ti tratta?

Piove.E più piove e più mi viene una voglia matta di uscire senza ombrello sperando che,come in un film,mi succeda qualcosa di sensazionale: una dichiarazione d'amore,un pianto in totale libertà che mi faccia risultare comunque bellissima,un'illuminazione divina sulla propria esistenza o che una voglia matta di cantare trasfomi la mia vita in un musical. 
 

E invece no,l'ombrello ce l'ho,oh sì, 
ma si inceppa. Ne prendo un altro:Rotto.
Sono in ritardo,come sempre e mi tocca uscire senza.
La pioggia cade ,gelida,  mi scioglie il trucco facendomi diventare la sosia di un procione con la rabbia e i capelli un'incrocio tra un ammasso informe di stoppa e betty spaghetti nel solo tragitto dalla porta alla macchina. 
Già,la macchina...neanche fossi nel bel mezzo di una sauna svizzera ho i vetri appannati che ci  si può giocare a tris per il resto dei secoli con la condensa: ma tranquilli,c'è quella piccola INUTILE valvoletta che dicono dovrebbe spannare i vetri....
dicono. 
Sta di fatto che continuo a guidare come la vecchia strega dell'ovest chinata sul volante. 
Arrivo a destinazione.
 Non c'è North face che tenga,la pioggia si infiltra tra la trama di tutti i tessuti: divento una spongebob vivente che si sta portando dietro un raffreddore assicurato.
 Piove. E più piove e più mi chiedo per quale ignaro motivo non sono rimasta a casa,con una fumante tisana tra le dita,ad amare quelle dolci perle,che racchiudono un'arcobaleno, attraverso una finestra. Perchè,è inutile negarlo,il fascino la pioggia lo ha,sì,quando la guardi da lontano,al coperto,al calduccio mentre nella stanza illuminata da una luce soffusa suonano e risuonano i Rubik. 
E tutto allora si dissolve pacificamente,proprio come in un film.

Stay rock!

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